Attenzione!

Questa pagina è vietata a coloro che non hanno domande,  è vietata a coloro che non hanno sete, quindi fuori tutti quelli senza desideri, fuori tutti quelli che si sentono a posto, pieni, sazi, che non hanno nulla da rimproverarsi, non è per voi se siete in questa condizione di pienezza, se invece avete sete e siete rosi e presi da grandi desideri restate, c'è qualcosa per voi.

 

Fermiamoci un attimo e ciascuno di noi legga dentro di sé: Ho questi desideri? ho questa sete? c'è qualcosa di insaziabile che rimane anche quando mi sembra di aver raggiunto un obiettivo?

Perchè c'è la morte? Per amare la vita

Perché c'è la morte? Io non so perché c'è la morte. Perché c'è la sofferenza? Vorrei che non ci fosse, ma non so perché c'è. Se passassi la vita a cercare le risposte a questi interrogativi, non vivrei mai.


Però a quelli che vengono da me dico che so qualcosa della vita. C'è una cosa chiamata gioia, perché io l'ho provata. E c'è una cosa chiamata follia meravigliosa, perché l'ho vissuta. E so che c'è una cosa chiamata amore perché ho amato. E so che c'è una cosa chiamata estasi perché ho conosciuto l'estasi. E so anche - perché ho conosciuto gente che ne ha fatto l'esperienza - che c'è una cosa chiamata rapimento. Oh, mi piace questa parola, "rapimento"! Cercate il rapimento! Mi rifiuto di morire fino a quando non avrò imparato che cos'è!
Perché uno si comporti così, bisogna che faccia molte scelte. Una delle più importanti è "scegliere se stesso".
Scegliete voi stessi.
Finitela di odiarvi. Finitela di buttarvi giù. Abbracciatevi e dite: "Sai, va bene così! Starai perdendo i capelli, ma sei tutto ciò che ho!".
Quando vi riconciliate con le vostre debolezze, ce l'avete fatta! Non sono enormi, sono soltanto una piccola parte di voi.
Dovete scegliere voi stessi. Sono sicuro che coloro che si tolgono la vita, che non vivono, sono soprattutto coloro che non hanno rispetto per se stessi. Non so quando è stata l'ultima volta che qualcuno ha detto questo, ma voglio sottolinearlo: Voi siete un miracolo.

da "Vivere, Amare, Capirsi" di Leo Buscaglia

 

Say: I am wonderful

La morte fa parte della vita, ma l'abbiamo esiliata dalle nostre case, mentre a casa insieme è un dono per entrambi, per chi va e chi resta


Sono già passati alcuni giorni dal 6 agosto 2016. Mamma non è più nel suo letto. Non si riconosceva più in un corpo irrigidito e piagato che la imprigionava e della vita ormai le faceva percepire solo il piacere di mangiare attraverso un siringone con un lungo becco in plastica un frullato di cibi e tanto dolore.

Perché ha dovuto soffrire tanto? Si è lottata tutto e tutto ha dovuto conquistare nella vita, anche la morte non le è stata regalata né offerta a buon prezzo. Perché? Quante domande... Io tornavo dal funerale della madre di una mia amica. Dopo aver visto il suo dolore, mi era particolarmente cara la mia mamma che anche se "non c'era" ancora c'era. L'accarezzavo e ho notato che la mano sempre tanto rigida mi permetteva di tenerla per mano e così l'ho tenuta per mano per un po'. E' venuto l'infermiere a medicarle le piaghe e ho visto quella sulla spalla. Era già stata pulita dal chirurgo, chiedo se devo richiamarlo ma l'infermiere dice che non è il caso perché ormai ha raggiunto l'osso. Non ce la faccio a vedere che medica la piaga sul coccige ed esco. Quando rientro mi sento sconvolta dalla piaga che ho visto e a vedere mamma così, che si lamentava,ho iniziato a pregare con tutte le forze invocando mio padre. Papà tu l'hai amata tanto e non l'hai mai potuta vedere soffrire fai qualcosa, prega per lei, vieni a prenderla. Ero quasi arrabbiata,ho pregato con tutte le mie forze. Ho anche recitato la coroncina della Divina Misericordia.Faceva caldo ma l'ambiente era ventilato la finestra era spalancata ed era acceso verso il muro il ventilatore. Lei indossava solo una canottiera e sulle gambe, più per lasciarle un aspetto dignitoso, era appoggiato un fresco lenzuolino. Lumi, un angelo di badante che si prendeva cura di mamma con ogni premura,, mi ha chiamato per mangiare qualcosa. Abbiamo mangiato, poi preso il caffè e chiacchierato un po'. Sono tornata da mamma e ho capito che la situazione stava precipitando, era tutta bagnata di sudore che usciva nella grandezza di perle d'acqua. La pancia si era gonfiata.  Ho chiamato il dottore, solo per sapere se era il caso di chiamare i miei fratelli, non l'avrei mai portata in ospedale dove non avrebbe potuto ricevere le nostre amorevoli cure. Ho chiamato mia figlia che era appena uscita da lavoro. Mi è venuto un conato a vederla in quelle condizioni mentre emetteva un mite lamento, sono andata in bagno ma tornata subito indietro pensando che non potevo essere io il centro della mia attenzione in quel momento. Eravamo insieme con la badante un po' incredula perchè sapevamo che ogni giorno poteva essere l'ultimo ma non riuscivamo a credere fosse arrivato il momento. Fa un rumore come abbia un rigurgito così proviamo a tirarla su con piccoli colpetti sulle spalle per liberarla. Niente, la rimettiamo giù. Ha cominciato a vomitare un liquido rossastro scuro. E' iniziata la concitazione: corri, presto, prendi un lenzuolo... eccolo... Mettete i guanti.. Serve un altro asciugamano. Elisa le teneva la testa e la baciava. Mamma vai via... (ero troppo agitata) Oddio se ora succede non le sono vicina. E torno vicina. Mentre vomita sgrana gli occhi completamente. Cos'ha visto? Qualcosa, qualcuno, la morte, è stato un soffocamento? Chiude gli occhi. Se n'è andata, esclamo. Ancora un vomito. Ancora c'è? Resta immobile. Ha smesso di soffrire! Elisa chiama il padre mentre ancora le tiene la testa e piangendo gli dice che la nonna se n'è andata. Piangiamo tutti. Io gli chiedo di avvisare quelli che si erano occupati qualche mese prima del padre. Arriva il medico di famiglia che ormai dichiara il decesso.Arriva anche Alessandro. Lumi cerca con le forbici di tagliare la canottiera che era sporca e Alessandro l'aiuta ma ricomincia a uscire quel liquido e non possiamo rivestirla. togliamo le lenzuola sporche, Alessandro la ricompone e io le pulisco il viso con un salviettino profumato. La lasciamo con un lenzuolino perché Pino ci richiama e dice di lasciare tutto come sta e che penseranno loro a lavarla e vestirla. Nel frattempo Ho chiamato i miei fratelli, erano uno a Nizza e uno in Cina. Subito programmano la partenza. Arriva anche Nicoletta la badante fino a un mese prima. Era stata con lei 4 lunghi anni, aveva solo 23 anni e l'ha curata come fosse stata sua madre che aveva perso da piccola. Era corsa subito. Iddio le aveva risparmiato quel faticoso trapasso perché è anche incinta. L'altra badante, perché ne aveva avuto due, era fuori città e mi dice che è addolorata, di farmi forza e che sarebbe venuta il giorno dopo. Prepariamo i vestiti, anche le scarpe, ma non le entrano. Cominciamo a guardare ma non ce ne sono di adatte. Poi lei trova un paio mie allargate alle quali è saltato il tacco. Di corsa le porta dal calzolaio e poi le riporterà come nuove. Hanno anche un vezzoso fiocco. Le stanno benissimo. Quando vengono per vestirla mi chiedono un foulard. Ne aveva uno bellissimo di seta che le piaceva, Chissà dove sarà penso, ma appena apro l'anta dello specchio è lì che aspetta. Ormai non manca più niente. Restano con lei soli nella stanza per sistemarla. Cominciano ad arrivare i nipoti Alessia e Valerio. Abbraccio in particolare Alessia tra le lacrime perché è stata la prima nipote e mamma le era stata molto affezionata. Poi arrivano per preparare il funerale:  si firmano carte, devo andare a scegliere il servizio funebre, perché il posto se lo era già sistemato da sola vicino a papà, e prenotare la messa. Non soffro particolarmente se non ci penso perché per fortuna c'è la legge del tutto o del nulla dell'impulso nervoso per cui ne passa uno per volta e in quel momento dovevo fare quegli adempimenti che mi occupavano la mente. Comunque se uno si preoccupa di tenere a casa una persona cara che muore non ce n'è motivo, pietosamente l'agenzia si è occupata di tutto, bisogna solo chiamarli e dargli l'incarico. Alle 20,00 è tutta sistemata nella bara. Dapprincipio mi fa un po' effetto, forse sarebbe stata meglio fosse rimasta nel letto, ma no.. poi avrebbero dovuto spostarla di nuovo e mi hanno detto sarebbe stato meglio di non toccarla troppo. Dietro di lei sovrasta l'immagine di Gesù Misericordioso come lo aveva fatto dipingere Suor Faustina. Sul lato sinistro vicino al divano una colonna sulla quale è poggiato un bellissimo cuscino di fiori. Al lato destro sul comò ho messo la statua di San Giuseppe con Gesù Bambino. Dopo il primo effetto della bara si percepisce un ambiente di pace. Arriva Padre Emanuel per la benedizione. Se fosse stata in ospedale non avremmo potuto starle vicino, pregare per lei lì vicino, chiacchierare insieme a lei, perché in ospedale si sono inventati che per 24 ore il defunto non si può avvicinare. A me sembra un altro provvedimento contro le pie devozioni dei credenti. Più tardi arrivano Mariella e Sestilia e diciamo il rosario e la coroncina della Divina Misericordia.

La casa era piena, mamma era ancora nella sua camera. Nessuna angoscia di avere "il morto a casa". Ma quale morto, a casa c'era mia madre. Così tranquillamente ho dormito nella stanza accanto. Ora non soffre più e finalmente avrà trovato l'Amore.

come un professore lascia traccia...

Ho avuto la notizia di un docente di scuola morto all'improvviso all'età di 45 anni. Una notizia terribile in ogni caso, ma non avevo collegato il nome alla persona perchè sono pochi mesi che sono in questa scuola. Poi su facebook vedo la foto e resto senza parole mentre le lacrime mi rigano il viso.

Una studentessa gli dedica questa canzone L'ARCOBALENO di Adriano Celentano,una canzone che avevo sentito ma non mi aveva particolarmente colpito. Ora pensando a Gianluca è un'altra cosa, questa canzone diventa emozionante: 

...è andata proprio così. Sei partito così all'improvviso che non hai avuto il tempo di salutare, non riesco nemmeno a immaginare quale avrebbe potuto essere il tuo saluto, tanto sei sempre stato “scanzonato” con i tuoi modi disinvolti e scherzosi.Anche se non ho avuto modo di conoscere ancora tutti a scuola, l’occasione della festa di Natale mi ha lasciato il ricordo schietto della tua simpatia e gioia di vivere.


E l’arcobaleno è proprio il messaggio che hai lasciato ai tuoi studenti visto che da uno di loro viene questa dedica. Che dire?


 …” il mio discorso più bello e più denso
esprime con il silenzio il suo senso”…

ma alla fine della mia vita cosa c'è?

 

 

Io rifiuto di pensare che l’orizzonte del mio futuro sia una tavola di marmo…… 

 

Roberto Vecchioni è un cantautore conosciutissimo ma forse non tutti sanno che si è laureato nel 1968 in lettere classiche presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nella quale è rimasto come assistente di Storia delle religioni e  successivamente ha insegnato in licei classici, come docente di greco e latino.

 

Premetto questo perchè risulti ben chiaro che il suo pensiero non può essere tacciato di "ignoranza". Egli racconta:

 

 

«Il mio dialogo con Dio è (ri)partito ormai da tanto tempo, perché tutti abbiamo bisogno di una presenza stimolatrice. Provo un gran senso di pace nel sapere che, come dice Papa Francesco, Dio sa tutto quel che mi accade. Anche quando mi hanno tolto mezzo polmone e sradicato un cancro dal rene, la coscienza che c’è una sentinella a vigilare sulla mia vita mi ha aiutato – confida il cantautore –. Non credo, infatti, che il nodo alla gola e la lacrima che ti scende davanti alla bellezza di una sinfonia o di una poesia siano frutto solo dell’esperienza.

Per questo ho scommesso che Dio c’è!

… e non un Dio qualsiasi ma il Dio che si è rivelato in Gesù!

… che ci ha creato

… che durante la sua vita si è dedicato ad eliminare le sofferenze più brutte: il cieco nato, il paralitico

… che si è preoccupato di salvaguardare la  gioia: il suo primo miracolo è stato non far mancare il vino in un banchetto di nozze,

… che un giorno si è trasfigurato per far conoscere la sua bellezza,

… che avendo grandi poteri ha accettato l’umiliazione di una ignominiosa morte in croce

… che ha manifestato la sua gloria nella resurrezione

… che è promessa di vita eterna per me e per ognuno.

 

L'amore vince la morte

6 aprile 2016
Oggi abbiamo seppellito mio suocero, all'età di 88 anni. Mah, già mi sembra brutto scrivere seppellito perchè fa pensare ad una cosa nascosta sotto terra. Eppure anche i tesori si seppellivano una volta sottoterra per poi ritrovarli un giorno. Quindi non è proprio una perdita o un abbandono ma una custodia per ritrovare. Il sacerdote al funerale ha detto che il corpo è santo e per questo si chiama anche Camposanto. Dunque quel corpo non va solo verso la polvere ma un giorno sarà recuperato e con esso risorgeremo e ci potremo anche riabbracciare. C'è chi dice: ormai aveva un bella età c'era da aspettarselo ma il cuore ti dice: mi mancherai fino a quell'abbraccio ritrovato. L'affetto non ha età e non ha tempo. Allora voglio cambiare la frase:

Oggi una persona cara è stata deposta in attesa del giorno in cui ci riabbracceremo, migliori e senza tutte le sciocchezze che magari ci hanno tenuti lontani in vita, perchè l'amore vince la morte.