Attenzione!

Questa pagina è vietata a coloro che non hanno domande,  è vietata a coloro che non hanno sete, quindi fuori tutti quelli senza desideri, fuori tutti quelli che si sentono a posto, pieni, sazi, che non hanno nulla da rimproverarsi, non è per voi se siete in questa condizione di pienezza, se invece avete sete e siete rosi e presi da grandi desideri restate, c'è qualcosa per voi.

 

Fermiamoci un attimo e ciascuno di noi legga dentro di sé: Ho questi desideri? ho questa sete? c'è qualcosa di insaziabile che rimane anche quando mi sembra di aver raggiunto un obiettivo?

La parabola della zizzania

È stata una chiave di lettura così interessante che mi ha lasciato riflettere.

È normale interpretare un gioco di ruoli in cui si possano riconoscere i buoni e i cattivi, come nelle favole dove ci sono l'eroe e l'antagonista, ma i messaggi di Gesù sono sempre controcorrente.

Il bene e il male sono dentro di noi, la natura pura come creata da Dio e la natura corrotta dal peccato, il grano e la zizzania.

Per questo non dobbiamo giudicare nessuno, perché guarderemmo la pagliuzza nell'occhio del nostro fratello senza accorgerci della trave che é nel nostro occhio.

Il male, la zizzania, cresce dentro di noi insieme al grano del bene. È qui il messaggio sconvolgente: lascia crescere la zizzania affinché per eliminare la zizzania non si elimini anche il grano!

Ma come, non dovremmo eliminare il male da dentro di noi? Il male non dobbiamo compierlo ma non sempre ci riesce e se impieghiamo tutte le nostre energie a soffocare quel male dentro di noi, sofferenza, malinconia, lotta interiore, scoraggiamento, depressione, ci chiudono in noi stessi e non ci lasciano energie per fare il bene. Se accettiamo che in noi ci sia del male, ma decidiamo che con l'aiuto di Dio non dovrà prevalere in noi e usiamo tutte le nostre energie per compiere il bene avremo molto raccolto di grano e così la zizzania sarà bruciata dal fuoco dello Spirito Santo, grazie alla misericordia di Dio e per i meriti del sangue Gesù, e sarà pesato solo il grano, il mucchio delle opere buone.

Non ci ha detto che giudicherà in base ha chi ha compiuto peccati, ma in base a chi compie la volontà di Dio amando il prossimo con opere di misericordia corporale e spirituale. È un messaggio davvero corroborante che ci rimette tutti in pista.

 

Sono sempre stata affascinata dal simbolo del Tao, simbolo del taoismo cinese, 

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che, volendone dare una spiegazione semplicistica, rappresenta il bene con il bianco e il male con il nero, ma non esiste nero senza un punto di bianco e bianco senza un punto di nero. È come il campo con il grano e la zizzania. Dobbiamo lavorare tanto grano, portare tanto frutto, penserà Dio alle potature e a bruciare la zizzania. Stiamo sereni nonostante i nostri peccati e non stanchiamoci di fare il bene che possiamo, perché alla fine il nostro raccolto sia abbondante.

 

La mia amica Iolanda mi ha risposto con questo messaggio:

Un giorno, un nonno e suo nipote si fermano a guardare il tramontare del sole… In quel mentre, il bimbo chiede al nonno, un saggio capo Cherokee :

”Nonno, perché gli uomini combattono?”

Il vecchio, con voce calma, gli risponde:

”Ogni uomo, prima o poi è chiamato a farlo. Per ogni uomo c’è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perché lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi.”

“Quali lupi nonno?”

“Quelli che ogni uomo porta dentro di sé.”

Il bambino non riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l’attimo di silenzio che aveva lasciato cadere tra loro, forse per accendere la sua curiosità. Infine il vecchio che aveva dentro di sé la saggezza del tempo riprese con il suo tono calmo. “Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento,falso orgoglio, menzogna ed egoismo.”

Il vecchio fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che aveva appena detto.

“E l’altro?”

“L’altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede.”

Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato. Poi diede voce alla sua curiosità ed al suo pensiero.

“E quale lupo vince?”

 Il vecchio Cherokee si girò a guardarlo e rispose con occhi puliti:

“Quello che nutri di più.”

 

Questo racconto è un'altra conferma di semi della parola di Dio in altre culture.  A volte dicono: Troppo comodo per i cristiani la confessione, prima fanno il male e poi se ne liberano. Ma accettare il male dentro di noi e lasciarsi perdonare da un Padre amorevole non è l'autorizzazione a fare quello che ci pare, piuttosto quel perdono – in nome dell’amore e della fiducia ricevuta – ci  dà d'energia per ricominciare daccapo e poter realizzare quel bene di cui siamo capaci e che l'angoscia per il male commesso soffocherebbe. 

 

Crescono tutti e due il lupo cattivo e il lupo buono, il grano e la zizzania, il bianco e il nero, ma quello che resta è... "Quello che nutri di più".

Vorrei concludere con una frase del mio amico Pasquale:

L'erba cattiva, il male fuori e dentro di noi non deve spaventarci. Conta far crescere sempre di più il bene.

 

Il Regno comincia da qui.

 

Tutto concorre al bene per coloro che amano Dio (S.Paolo, 8)

E cosa succede quando sembra che le cose vadano male?